COME LE AGENZIE VIAGGI SI SON FATTE FREGARE DAI TRAVEL BLOGGER

Pubblicato da Giacomo il

LE AGENZIE VIAGGI SI SON FATTE FREGARE DAI TRAVEL BLOGGER

( Sappi che sarò molto diretto e quasi offensivo, quindi se sei un agente di viaggio che non accetta qualche tirata d’orecchie, ti prego non leggere questo articolo perché vorrei che rimanessimo amici).

Ho appena concluso la telefonata con una super persona che lavora con le agenzie viaggi da tantissimo tempo, un grande professionista che cerca di supportare queste aiutandole a migliorarsi da ormai moltissimi anni.

La telefonata si è conclusa dicendo “ Hai visto la regione Veneto quanti soldi eroga agli influencer mentre non investe niente nelle agenzie viaggi? Veramente! invece della Ferragni sarebbe stato corretto aiutare le centinaia di agenzie viaggi che promuovono il territorio e non lavorano da mesi” Discorso che non fa una piega ci mancherebbe.

Poi però c’ho pensato, ho ragionato, ho studiato il progetto ed in effetti l’assessore Caner ha ragione.

Meglio puntare sul mondo delle agenzie viaggi per aiutarle a risollevarsi o meglio andare sul sicuro con gli Influencer? Perché alla fine il turismo vive di fatti e numeri, non di investimenti rischiosi.

Nelle ore successive avevo questo tarlo in testa, ho riflettuto molto, arrivando alla conclusione che le agenzie viaggi in 10 anni si sono fatte fregare il lavoro dalle travel blogger. I miei colleghi agenti di viaggio sono stati veramente poco furbi, era il loro lavoro, non avevano concorrenti, tutelati a più non posso dalla legge ( solo un’agenzia viaggi può operare quando vi sono più di 2 servizi turistici assieme, ad es. anche un transfer più visita al museo è un pacchetto turistico) e nonostante questo si sono fatti fregare il lavoro da gente non professionista.

Un paradosso! E’ come se i bar per anni proponessero gli sprizt e poi arrivassero i più grandi bevitori che, mostrandoti le esperienze di come bere lo sprizt alla fine te lo vendessero anche, in giro per la città o te lo facessero consegnare a casa da un corriere.

Perché fattivamente sono belle le campagne in questo periodo che le associazioni di categoria portano a Roma, l’incontro con il ministro e le proposte in aiuto che chiedono per mantenere un settore. Però quando ci sono soldi da stanziare per ottenere un risultato, che in teoria per competenza dovrebbero andare alle agenzie invece a loro non ne vengono erogati nemmeno mezzo.

Voi cari agenti vi siete fermati agli anni 90, pensando che basti ancora avere un bell’ufficietto con scritto Giramondo sopra la porta per vendere “ Perché sai Giacomo il marketing lo fanno loro per noi”. Bastava infatti stare seduti nel vostro ufficio dal lunedì al sabato ed aspettare persone che avessero voglia di viaggiare. Ma non è più così!

Ora parlo ai miei colleghi, non dico che li tiro in causa tutti, ci mancherebbe, alcuni di loro lavorano veramente bene e non devo consigliarli nulla. Anzi, anche loro rideranno molto leggendo quest’articolo.

Cari colleghi!! Vi dico una cosa sola. Dovevate svegliarvi prima CAZZO! Ormai è troppo tardi. In dieci anni vi siete fatti fregare il lavoro da gente che come li chiamate voi “ è capace solo di farsi le foto durante vacanze a scrocco”. Cioè insomma un po’ quello che facevamo noi durante i tour dedicati agli agenti di viaggio, solo che noi non postavamo sulla nostre pagine, non ci mettevamo la faccia, non condividevamo, tanto la gente a prenotare veniva comunque.

Svegliatevi perché il mondo cambia e se voi non lo capite non vuol dire che per questo motivo il turismo non evolve e vi aspetta; la vita è triste lo so ma così è, va avanti lo stesso.

In dieci anni dovevate divenire voi gli esperti dei viaggi, i consigliatori della destinazione, ognuno influencer nella destinazione che voleva spingere. Invece siete rimasti in ufficio, aspettando. Attendendo che i clienti giungessero in ufficio, aspettando che la porta si aprisse! Poi sono arrivati loro ( i travel blogger) a fregarvi il lavoro. Fanciulle più belle e meno esperte di viaggi o ragazzi che parlano ai telefonini invece che viversi l’esperienza.

Vi siete fatti fregare i soldi da sotto il naso ed ora piangete perché nessuno vi aiuta. E ci credo amico mio agente di viaggio.

Purtroppo la verità è che è tutta colpa nostra! Invece di divenire noi gli esperti del territorio in cui operiamo, abbiamo aspettato in ufficio, sicuri che nessuno l’avrebbe fatto. Invece siamo stati superati da chi ha compiuto ciò che dovevamo per ruolo svolgere noi. Testare e condividere le esperienze che noi dovevamo vendere.

Ora tocco un secondo l’antefatto perché magari non tutti sanno ciò che è accaduto.

Regione Veneto presenta il nuovo piano d’investimenti per il rilancio del turismo in Veneto dei prossimi anni. L’assessore Caner esclama con orgoglio “ abbiamo stanziato 2,3 mln di euro per la promozione turistica, cifra mai stanziata prima, 350mila di questi verranno investiti nei social e negli influencer, nel comparto agenzie viaggi investimenti pari a 0 euro.

Torniamo indietro, l’ultima volta che ho prenotato in agenzia viaggi avevo 20 anni, sono entrato e ricordo vendevano di tutto, ci hanno mandato in una struttura ad Orosei, perché era l’unica disponibile nel loro catalogo credo. Senza sapere che la struttura era poco adatta a 4 giovani, che non vi erano taxi e che il locale più vicino era a 30 minuti d’auto. Le macchine non le noleggiavano a chi aveva patente da meno di 3 anni e quindi una settimana in Saregna a far vacanza in mezzo a famiglie.

Sicuramente colpa nostra l’aver scelto quella destinazione, ma la signora che ci ha venduto la vacanza sembrava molto più una commessa piuttosto che un’esperta e consigliatrice di vacanze.

Insomma vedi 4 giovani, ovvio che vogliano divertirsi, proponigli qualcosa di adatto. Il problema che anche lei non sapeva dove ci stava mandando.

Passano gli anni, internet dilaga e la creazione del viaggio viene customizzato rispetto alle proprie richieste ed esigenze. I social la fanno da padrone e condividere le proprie esperienze al proprio pubblico diventa indispensabile, soprattutto ora dove tutto deve essere prima conosciuto e provato ciberneticamente e poi realmente.

Il turismo diviene uno dei settori in cui senza contenuti e senza grande visibilità on line sei tagliato fuori.

E le agenzie viaggi in questo cambiamento che hanno combinato? Come hanno seguito l’innovazione? Sono rimasti fermi nei loro uffici pieni di cataloghi, ad aspettare i clienti che sarebbero dovuti arrivare

Visito ancora i miei colleghi, ovviamente parlo di alcune realtà, non di tutte perché non mi stancherò mai di dirlo, molte sono veramente brave.

La maggior parte delle agenzie sono composte da 2 o 3 persone, ti accolgono in questi uffici, ancora pieni di cataloghi. Rivendono ciò che li chiede il mercato cioè tutto, dal Giappone ai biglietti aerei per Roma, dal fast ticket per Parigi alla settimana in Egitto. Non ti preoccupare caro turista, tu chiedi ed io ho tutto ciò che ti serve.

Intermediano tutto, come fossero una tabaccheria dei viaggi, senza avere un utile interessante ma guadagnando 8 – 10% di ciò che i clienti spendono.

Chiedi informazioni su uno specifico pacchetto e le risposte sono: “ Ah gli ultimi che ci sono andati han detto che è stupendo!” oppure “ guarda c’è andata la Franca 3 anni fa e mi ha detto che è una meraviglia” ed ancora “ sai non sono mai andata in Albania ma tutti me ne parlano benissimo”.

Molte di loro preferiscono affiliarsi ad un network “ Perché sai Giacomo ci danno l’arredamento degli uffici, la contabilità la tengono loro ed il marketing pure, così non devo nemmeno sbattermi” ( consiglio di leggere il mio articolo dove spiego di non demandare mai il marketing, la vendita ed i conti).

Ho addirittura visitato agenzie dove, alla domanda perché dovrebbero venire ad acquistare da te, mi è stato risposto “ Perché spero di essere simpatica alla gente” Mi ha fatto molto tenerezza povera; il problema che i soldi gli ha spesi per aprire l’agenzia e l’affitto costa.

Le agenzie viaggi sono rimaste legate ad un vecchio mondo, quello del rimanere in bottega.

La promozione la svolgono per me gli altri, i conti li fanno per me altri, i prodotti da proporre me li dicono gli altri, le commissioni le decidono gli altri. Io resto in agenzia ad aspettare i clienti, voi ditemi che vendergli. Questo è il pensiero medio dell’agente di viaggio. Spesso lo dicono con fierezza “ Sai Giacomo tu dammi qualsiasi cosa ed io la vendo” senza capire che sarebbe meglio puntare ad una specializzazione piuttosto che ad un qualunquismo simile.

La gestione delle pagine social, l’utilizzo di un sito e-commerce delegati agli altri, perché tanto a me cosa serve, costa troppo per i miei margini, non me lo posso permettere. In questo modo ogni agenzia viaggi ha un sito creato dal cugino della moglie 7 anni fa gratuitamente nel tempo libero. Nei social scrive sono aperto, sono chiuso ed ogni tanto posta qualche video promozionale di una destinazione che gli sembrava carina.

Quando li si proponeva l’occasione di andare a quel corso, vieni a questa cena, a quest’evento, vieni a quest’incontro, esci dall’ufficio e vai a chiacchierare con la palestra o l’azienda proponendo vacanze. “ è no sai l’ufficio non posso lasciarlo chiuso, e se passano quei 5 clienti che vogliono fare un viaggio come faccio, poi la contabilità chi me la fa? Mandi tu le carte per me?

In una parola posso paragonare gli agenti di viaggio come una bandiera su di un asta, fermi immobili che si muovono solo rispetto alla direzione del vento.

Una categoria che si faceva forte “ tanto i viaggi possiamo venderli solo noi, quindi aspettiamo gli ospiti in ufficio perché dovranno venirci per forza.”

Ma purtroppo hanno sbagliato, hanno pensato che il mondo avesse bisogno degli agenti di viaggio per andare in ferie come hai bisogno del notaio per effettuare un rogito. Il mondo cambia, internet è arrivato e se tu non sei in grado di comunicare la tua specializzazione cari colleghi siete finiti; questione di tempo ma chiuderete.

La mia generazione non si sogna minimamente di passare dall’agenzia per prenotare una vacanza, a meno che questa non mi dimostri di essere specializzata nel paese che voglio visitare. Se non mi autentichi un valore aggiunto me la organizzo da solo il viaggio per carità.

Il problema è che le agenzie viaggi questo non l’hanno ancora capito, sono ancora lì ad investire tempo a Roma per chiedere garanzie piuttosto che utilizzare il tempo per cercare clienti e per specializzarsi.

Più facile aspettare e sperare piuttosto che alzarsi e cercare veramente clienti, mettendoci la faccia. La comunicazione di noi giovani non la conoscono, non la capiscono e quasi la schifano. Loro non comunicano con i giovani, ma pretendono che vengano a comprare da loro “ Sai Giacomo noi abbiamo la direzione tecnica quindi siamo utili”, come avere una laurea senza averla mai messa in pratica.

Il mondo è andato avanti e voi non ve ne siete accorti, vi siete fatti fregare la casa con voi dentro senza che ve ne siate accorti, perché tanto pensavate che qualcun altro vi avrebbe salvato.

Il mio primo approccio con il mondo delle agenzie viaggio è stato diversi anni fa, con Sebin siamo andati ad un roadshow turistico, tanta gente che incontrava in questo b2b realtà turistiche. Me lo ricordo ancora, venivo da un altro mondo e volevo capire con chi mi confrontavo.

Leggo strategie marketing in uno stand, mi siedo per capire di cosa parlavano, un gestionale che proponeva profilazione clienti ed invio mail. Ero sbigottito, avevano il coraggio di chiamarlo marketing.

Dopo 3 ore l’organizzatrice ci ricorda per la terza volta che è importante visitare tutti gli stand e farsi timbrare il foglio. Scocciato chiedo il perché, a noi molte visite non interessavano data la nostra focalizzazione gardesana. La signora mi disse “ No perché se non finisce il giro non può partecipare alla vincita dell’I-pad”.

Gli agenti erano più presenti al bar con il drink in mano che seduti agli stand. Dopo questa frase ho compreso che era solo questione di tempo. Saremo rimaste veramente in poche agenzie viaggi.

Intanto i nostri creatori di storie, i nostri fotografatori folli, coloro che pensavamo fossero una moda passeggera perchè tanto noi abbiamo la direzione tecnica e loro sanno solo scroccare…

Ci hanno fottuto il lavoro.

La Ferragni fa da testimonial a più brand rispetto a Valentino Rossi, pensi che le aziende che la scelgano siano stupide? Gli influencer vendono molto, non volevo rovinarti la tua convinzione. Altrimenti non si chiamerebbero influencer ma blogger. Vende più un influencer con 100mila seguaci in un mese che una piccola agenzia viaggi in un anno.

Mentre tu aspetti i clienti in ufficio, loro te li hanno già fregati, perché la gente cerca esperienze da vedere, attività da emulare ed esperti a cui chiedere, ma devi dimostrare di esserlo, non basta dire la mia amica Franca c’è stata. Devi mostrare la tua competenza.

In questo periodo un’azienda diviene grande grazie alle pubbliche relazioni e rimane grande grazie alla pubblicità. L’opposto di ciò che accadeva negli anni 90.

Gli influencer hanno ottenuto tutto questo perché hanno svolto un’attività che quasi nessun agente di viaggio ha mai compiuto, anche se doveva essere nelle proprie competenze.

Metterci la faccia! Questo e già da coraggiosi e quindi premiante.

Mentre le agenzie erano in piazza a rivendicare i propri diritti ( non ce l’ho vero con le associazioni di categoria che fanno il loro compito, ma con gli agenti che investono giorni a protestare invece di sfruttarli per formarsi) e nel resto del tempo in ufficio ad attendere che la gente entri. Loro hanno imparato a crearsi una strategia comunicativa, hanno capito il proprio target a cui riferisi e quindi come comportarsi per mantenerlo, hanno deciso il budget d’investimento, hanno pensato a quanto vendere le proprie competenze, hanno imparato a far quadrare i conti.

Hanno capito insomma come gestire la propria azienda.

Loro erano in mezzo alla gente, anche se solo virtualmente mentre gli agenti di viaggio nei loro uffici, perché è più facile prenotare un viaggio quando qualcuno te lo chiede, più difficile ricercare a chi venderlo.

Il Darwinismo sociale c’insegna che tutto evolve, come le macchine elettriche prenderanno il sopravvento rispetto alle auto diesel anche gli influencer prenderanno il posto delle agenzie viaggi, anzi il cambiamento è già avvenuto. Caner lo dimostra, gli agenti di viaggio sono il fax e gli influencer la mail.

Mi vuoi dire che d’ora in poi non esisteranno più le agenzie viaggi Giacomo?

No per carità, ma che la vecchia idea delle agenzie viaggi è morta sepolta. Spiace dirlo in modo così cattivo ma è finita.

Il motivo per cui ci sono molte più agenzie che svolgono outgoing rispetto all’incoming è proprio questo, più semplice trovare italiani che vanno all’estero rispetto al contrario. “Sai Giacomo sono partita come agenzia Incoming ma ora faccio solo Outgoing” è una delle frasi che spesso mi sento dire. Ma mi domando, non capisci che forse stai sbagliando qualcosa?

Chi rimarranno quindi?

Prospereranno coloro che si specializzeranno solamente su alcuni specifici territori ( Europa, Africa, Cina) divenendo i migliori in quello (il mio socio si dedica solo all’India ed è il migliore lì).

Guadagneranno coloro che creeranno viaggi su misura, senza intermediari, coloro che sapranno personalizzare l’attrattiva rispetto alle richieste del cliente. Basta a pacchetti viaggio preconfezionati da altri.

Un’agenzia viaggi non potrà più permettersi di non essere tour operator. Un’agenzia non potrà non avere un sito e- commerce proprio, in cui vende i propri servizi che si produce.

L’agente di viaggio dovrà essere il primo promotore di se stesso e della propria destinazione; dovrà divenire influencer del territorio che vuole rivendere.

Sogno agenzie che ci mettano la faccia, che siano i testimonial della propria destinazione, coloro che la promuovano e la commercializzano.

Dovranno essere presenti dove la gente comunica ed interagire con questi. Dovranno mostrare che amano la destinazione che la promuovono e non solo che la rivendono per interessi.

Insomma dovranno svolgere Marketing personale.

Compriamo tutti noi volentieri un viaggio in India da un’indiano che ogni anno torna nelle proprie terre e che è proprietario di 2 strutture lì, oppure ci fidiamo di una realtà che vende il Garda dove ogni persona vive all’interno della destinazione e gestisce uffici turistici all’interno della stessa.

Che ne dite voi? Così è plausibile fidarsi, la loro professionalità è dimostrata.

Perché non basta più dichiarare di essere esperti in ciò che si fa; ora bisogna dimostrarlo con i fatti. Se non si dimostra di essere esperti, di dare quella professionalità, perché se ho un problema in vacanza e tu non sai risolvermelo meglio prenotare in Internet la prossima volta. lo stesso motivo per cui le assicurazioni vengono prenotate on line; non vi è supporto.

Gl’influencer dimostrano giorno su giorno in cosa sono esperti, loro non stanno in ufficio, loro escono ogni giorno e si fanno conoscere. Le agenzie invece aspettano i clienti degli influencer.

L’agente di viaggio attende che la propria azienda sia creata da eventi esterni, aspetta supporti dalle associazioni di categoria.

L’influencer non ha associazioni a cui appellarsi, sa che la propria riuscita dipenderà solamente da se stesso. Nella propria realtà l’unico modo per emergere è creare contenuti, metterci la faccia e studiare gli insight, crearsi una reputazione e mostrare la propria professionalità. intercettare una clientela che si fidi di lui e cercare un modo per convincerla ad acquistare, quindi tramutare promozione in soldi.

Il creare contenuti che si tramutino in soldini è uno dei lavori più complicati da strutturare e nessuna laurea o corso te lo insegna, solo provarci sbagliare e correggere.

In effetti, pensandoci bene, agli influencer manca solo una cosa, una importante aggiungerei… la direzione tecnica per vendere i viaggi a norma di legge che promuove.

Ma non c’è problema, mettersi in regola è molto semplice per un influencer, basta accordarsi con un agente di viaggio, corrispondergli un semplice 10% di commissioni e tranquillamente vendere in serenità tutto ciò che si vuole.

Allora si che l’agente di viaggio si sente importante, può andare a Roma e dire che senza la nostra categoria il turismo si ferma, che l’Italia ha bisogno degli agenti di viaggio, figura indispensabile per la ripartenza turistica. Indignandosi quando non vengono considerati importanti.

E’ proprio vero…MERITIAMO L’ESTINZIONE NOI AGENTI DI VIAGGIO

 Che Dio salvi il turismo ed anche gli agenti di viaggio

Gioiosi saluti

Giacomo