MAMMA, SONO UN DESTINATION MANAGER!

Pubblicato da Giacomo il

MAMMA, SONO UN DESTINATION MANAGER!

Come molti saprete la nostra realtà è specializzata in un’attività specifica e ben definita, denominata alla perfezione con un nome inglese strano che fa molto figo nel pronunciarlo.

Ebbene si! Nella nostra azienda ricopro la figura del Destination Manager.

Ma in Italiano, che vuol dire? Quali compiti svolge questo destination manager?

Proseguiamo con ordine.

Sapete prima di tutto che il sottoscritto non parla con termini “da professore”, accomodato su di una cattedra, ma racconta il proprio lavoro in modo molto pratico e terra terra.

Quindi potrei scrivervi la risposta da libro tecnico di destination, un po’ come questa:

Il Destination Management è una disciplina che si occupa delle decisioni strategiche, organizzative e operative attraverso le quali deve essere gestito il processo di definizione, promozione e commercializzazione dei prodotti turistici di un territorio al fine di generare flussi turistici di incoming equilibrati, sostenibili e adeguati alle esigenze economiche degli attori coinvolti.

Oppure potrei provare a spiegarvi nella pratica i passaggi che svolgo quando interagisco con comuni e destinazioni.

Perché il destination è lo stratega della destinazione turistica.

Paragonandolo in ambito artistico è il regista di un film o lo scrittore di un romanzo. Rendendolo in ambito sportivo è l’allenatore della destinazione od il team principal di un territorio.

Insomma è quell’individuo che studia, coordina, gestisce, crea ed unisce vari attori al fine di portare la destinazione turistica nella direzione decisa con chi lo paga.

Solitamente veniamo chiamati dai comuni o da enti sovracomunali e la richiesta è unibile in 2 macro obiettivi primari.

  1. Rendere la destinazione piena di turisti, nel caso di destinazioni che chiamiamo giovani ( cioè realtà con numeri di presenze turistiche così non importanti da inserirsi distanti nella classifica delle 50 destinazioni più visitate in Italia).
  2. Oppure aumentare il numero di un turista alto spendente a discapito del viaggiatore zaino e panino, che alla destinazione non porta nulla in termini di economia sul territorio.

Desunto l’obiettivo finale, i modi per raggiungerlo sono veramente diversi ma anche i parametri sono differenti; infatti sarete d’accordo con me che per riempire la destinazione Cortina non servono gli stessi numeri in presenze turistiche di Napoli, quindi anche in questo caso gli obiettivi sono i medesimi ma i numeri richiesti sono molto discordanti, perché se Cortina facesse i numeri di Napoli il paese esploderebbe e nel caso contrario Napoli sarebbe vuota.

In primis, io destination, capisco CHI mi chiede questi obiettivi; sembra di poco conto ma se gli obiettivi da raggiungere me li chiede un comune, una regione od l’associazione degli albergatori le condizioni cambiano molto.

Ti starai chiedendo: Perché cambiano? Te lo spiego subito…

Purtroppo il turismo non è un settore come l’industria dove creo un prodotto, lo differenzio, lo promuovo e lo vendo. Insomma me la faccio e me la dico senza chiedere supporto a nessuno ed al comune in cui risiedo, al massimo, propongo che mi sistemi la strada davanti alla fabbrica od un parcheggio più grande per i camion.

Qui nel nostro è diverso!

l turismo è legato a tantissimi attori e moltissime particolarità che toccano un po’ tutti. Esso è un po’ come un orologio, se apriamo la cassa retrostante vediamo moltissime rotelline di forme e dimensioni diverse. Se si blocca anche la più piccola di queste, l’orologio non segna più l’ora precisa.

Uguale il mondo delle vacanze. La sua fortuna o sfortuna dipende anche dall’allargamento di una strada che, prima piccola, ora da possibilità di passaggio al triplo delle auto; oppure grazie ad un aeroporto in cui prima atterravano 100 aerei al giorno ed oggi 10. Questi 2 esempi, tra i tanti cambiamenti che possono avvenire, comportano in pochissimi anni, la totale modifica del tipo di ospiti.

Il turismo non è mai fermo ed ogni minimo cambiamento porta alla modifica causa/effetto del tipo di target che si raggiungono.

Ok sono andato a spiegarti quindi che il CHI è fondamentale, perché nel turismo vi sono molti attori che intervengono ma ve ne sono 3 fondamentali che decidono il successo od il decesso di una destinazione.

Tra questi il più importante è sicuramente la politica e le istituzioni perché materie come viabilità, infrastrutture, decoro urbano e permessi sono decisi da loro quindi, sapendo questo, capisco già le difficoltà del raggiungimento degli obiettivi nel caso la politica non sia partecipe.

Sono chiamato ad operare da parte di un comune? So già che posso interagire per chiedere di agevolarmi il lavoro. Divenire il consulente turistico di una città è sicuramente un gran passo avanti, perché alcune decisioni posso cercare di consigliarle ( poi qui entrano in campo altre problematiche “fin dove possono arrivare i comuni e dove interviene la burocrazia” ma ci vorrebbe un altro capitolo solo per spiegare questo).

Se invece vengo chiamato dalle associazioni del territorio so già che senza il supporto dell’amministrazione potrò intervenire solamente in alcuni campi precisi, perché la viabilità, il decoro e la brand reputation della destinazione non dipendono da noi e non possono essere modificate, se non con l’aiuto della giunta.

Dopo aver quindi capito questo, che con l’esperienza si comprende al primo incontro, inizio a studiare la destinazione.

Punto 1: Questa è la parte più importante, il prima di un progetto e l’analisi della destinazione ti permette di definire gli obiettivi della stessa, perché per riempire un comune con 200 camere 4 ristoranti e 2 bar si attuano delle strategie inutili nel momento in cui si affrontano delle destinazioni con migliaia di camere da riempire e molte attività commerciali presenti.

Quindi si studiano infiniti dettagli come:

la vicinanza da un’aeroporto e la strada che la collega, la grandezza geografica, la vicinanza o meno da città importanti, se esistono uno o più prodotti turistici, se vi è un players importante conosciuto in tutto il mondo, quali sono le qualità di questa destinazione, se vi sono realtà turistiche organizzate o se la popolazione non sa che voglia dire far turismo, se l’amministrazione comunale ha esperienza, quali sono le realtà che hanno interesse reale dall’attrarre turismo, quante camere vi sono nella destinazione, se vi sono prodotti turistici e di che target, per quale motivo è famosa questa zona e perché dovrebbe essere visitata, qual è la brand reputation percettiva della location e se ha storicità, di quanti investimenti dispone la realtà per promuoversi, che tipo di turisti storicamente accoglie ed altre 1000 variabili di questo tipo.

Studiato tutto questo, che tendenzialmente ha bisogno di circa 1 mese di tempo, abbiamo creato lo screaning della destinazione ed abbiamo capito molto della stessa. Paragoniamo questo processo un po’ a quando tu stai male che vai dal dottore e ti da mille esami per capire quale può essere la causa del tuo male.

Ecco è uguale per la destinazione, l’analisi è indispensabile per proseguire

Tutto questo ci serve per capire una cosa sola. Riuscirò a raggiungere l’obiettivo prefissato di chi mi paga? Manterrò quindi le promesse del mio committente? Se la risposta è si; allora creo il piano, altrimenti nel caso sia no, devo parlare con il cliente ( quante volte vi è capitato nel lavoro che una persona chiedesse la luna senza percepire che ciò che vuole è praticamente impossibile ottenerlo? Ecco anche a me capita) ed in quel caso abbandonare il lavoro, se la realtà si aspetta quei risultati inutile provare a fargli cambiare idea, il tuo lavoro sarebbe comunque ai suoi occhi insufficiente.

Bene Giacomo tutto chiaro! Quindi ora possiamo iniziare con la promozione e la strategia per attirare turisti?

Purtroppo quello accadrà tra altri sei mesi, prima vi è un passaggio veramente fondamentale. Che in pochi considerano tale.

Punto 2: Mettere d’accordo ed in unione tutti coloro che vivono abitano e lavorano nella destinazione.

Cosa centra direte voi?

Ve lo spiego subito. La destinazione si promuove ovunque, attiva campagne che raggiungono turisti interessati, il primo ospite visita la destinazione per svolgere un tour ma questo ha dei livelli molto bassi e scadenti, il secondo ospite entra in farmacia e viene mandato bellamente a quel paese da una banconista che non capisce l’inglese, il terzo giunge in info point turistico ma non riceve le informazioni richieste, il quarto viene insultato in auto da un residente perché egli ha parcheggiato in un luogo esclusivo per i condomini. Capite bene che al ritorno a casa questi distruggeranno tutti gli investimenti stanziati dal territorio, che otterrà quasi un effetto negativo, perché si ha raggiunto molti ospiti che poi tornati scontenti nel proprio paese parleranno male della destinazione

Per questo motivo il passo successivo è la creazione di un’educazione turistica, programmando degli incontri in cui invitare chiunque a partecipare, durante i quali parlare di tematiche come accoglienza, le aspettative dei turisti che visitano la destinazione ed altri temi simili.

Durante questi corsi aiutare chi non vive di turismo ad ambientarsi, a relazionarsi con gli ospiti, come un vero e proprio corso base di turismo.

In questo modo la destinazione è pronta ad accogliere al meglio i turisti che la visiteranno.

Step successivo?

Creare il board di destinazione, un gruppo di pochissime persone preparate, una per ogni categoria, che operativamente costruiscano la destinazione, ponendo obiettivi e lavorando per raggiungerli. Senza degli obiettivi condivisi da tutti è inutile promuovere

Bene! Ora abbiamo inserito radici profonde del nostro albero del turismo, in questo modo le fondamenta sono forti quindi possiamo iniziare a costruire il resto.

Ho visto troppi territori partire dalla comunicazione perché più semplice e veloce, creando però un danno immenso alla destinazione, in quanto essa non era pronta ad accogliere turisti

Arriviamo al punto 3; la promozione

In questo non mi dilungherò visto che servirebbe un articolo intero per esprimere i miei concetti su tale punto

La promozione può essere disparata e per ogni tipo di destinazione alcuni strumenti marketing vanno benone mentre altri sono deleteri.

Una comunicazione deve essere per forza sia on line che off line, non basta una sola di queste; non dimenticare mai quanto le pubbliche relazioni, anche al mondo d’oggi siano fondamentali.

La promozione indispensabile per tutti però deve possedere una propria vetrina, quindi serve un sito che venda, costantemente aggiornato in più lingue.

I social devono essere creati con immagini, video, foto e molto altro, puntando ad un unico obiettivo. Vendere!

I social servono per incuriosire, con contenuti adatti al target di riferimento, tramite le call to action gli ospiti vengono accompagnati in un sito dove l’obiettivo è che il turista lasci i propri dati.

Questo sito deve essere semplice da utilizzare, intuitivo, ma soprattutto deve commercializzare la destinazione.

Un sito senza vendita è come una bicicletta senza sellino, può essere bellissimo ma perde la sua funzione principale, quella di far si fantasticare prima l’ospite, ma con l’obiettivo di cercare poi di vendere concretamente il territorio, tramite un e-commerce di accommodation, esperienze, tour e biglietti.

Infatti, come diceva saggiamente un mio formatore “ smettiamo di mostrare solo quanto siamo belli al mondo, basta far vedere unicamente ciò che potrebbero visitare soggiornando, vendiamoglielo direttamente, proprio lì dallo schermo del loro computer. Un turista che ha acquistato un’esperienza non rimborsabile è un ospite sicuro di doverci visitare!”

Che Dio salvi il turismo

Gioiosi saluti

Giacomo


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