L’ATTORE FONDAMENTALE PER LA NASCITA DI UNA DESTINAZIONE TURISTICA

Pubblicato da Giacomo il

L’ATTORE FONDAMENTALE PER LA NASCITA DI UNA DESTINAZIONE TURISTICA

Tutti sappiamo che per creare una destinazione turistica di successo gli attori in campo sono moltissimi. Gli stessi devono incastrarsi alla perfezione tra loro, per formare un perfetto puzzle che dia vita a singoli piccoli personaggi perfetti che assieme creino poi il disegno completo chiamato DESTINAZIONE TURISTICA.

Possiamo pensare ad una destinazione come un quadro immenso, dove ogni colore, ogni figura ed ogni forma debba essere posizionata in modo così preciso da formare un’immagine perfettamente uniforme, omogenea ed ordinata, affinchè chi la scruta ne possa ammirare la sua complessità.

In ogni quadro però vi è sempre una figura principale, diciamo la protagonista rispetto alle altre, senza la quale l’immagine risulterebbe insignificante e la renderebbe priva di senso. Nella pittura si capisce che vi è qualcosa che non quadra quando un’immagine sullo sfondo è disegnata male; sempre però capita che se la figura protagonista è dipinta in modo non perfetto, il quadro prende una sembianza brutta, addirittura quasi grottesca.

Così capita anche nella destinazione.

Vi deve essere ordine, coesione e coerenza in tutto. Creando un’armonia importante come nel quadro. La destinazione deve esprimere una promessa coerente con ciò che poi troverò. Anche un solo soggetto fuori posto destabilizza l’ordine. Vi sono però anche qui figure importanti e figure fondamentali.

Quindi quale secondo te è la figura più importante ed indispensabile per la riuscita di una destinazione emergente. Senza quale attore il territorio non potrebbe mai divenire terreno fertile per far germogliare la pianta chiamata turismo?

Prova a pensarci anche tu… Quale potrebbe essere questa figura di cui parlo senza la quale non esisterebbe la nascita della nuova destinazione?

Possiamo pensare alla vicinanza ad arterie di comunicazione? Che rendano facile raggiungerla? Tutti sappiamo che essere vicini ad aeroporti, stazioni o snodi autostradali è fondamentale per la riuscita della destinazione.

Certo che si, ma quante destinazioni vengono visitate anche se sono distanti da vie di comunicazioni importanti?

Oppure potrebbe essere possedere un prodotto turistico di prim’ordine da mostrare? Senza un contenuto da vedere ovvio che i turisti non arrivano!

Concordo in pieno, ma vi è un elemento ancora più importante.

La commercializzazione svolta dai grandi tour operator che trasportano orde di turisti?

No direi, questa è una conseguenza che si ottiene quando la destinazione è già molto conosciuta.

Pensiamo assieme. Ho l’obiettivo di rendere visitata una nuova destinazione, magari il mio comune, che ha sicuramente 2 o 3 attrattive forti, qual è il primo punto su cui devo andare forzatamente a lavorare?

Non parlo ovviamente di destinazioni famosissime come Parigi, New York o le Dolomiti; queste hanno la fortuna di avere alcune meraviglie mondiali, magari custodite tutte all’interno della stessa città, sono conosciute da centinaia di anni o sono addirittura nate con l’obiettivo di divenire attrattori di turismo; ovvio che avranno sempre successo. Parlo di piccole destinazioni che vogliono crearsi il proprio spazietto turistico, convincendo visitatori a dormirci.

Ok dai te lo dico io…

La figura più importante che può essere la miglior forza o la peggior sciagura per una destinazione sono gli abitanti di quella destinazione. Il modo in cui i residenti accoglieranno i turisti cambierà completamente la percezione di quel luogo, la loro vacanza e quindi il loro ritorno e consiglio o meno.

Immagina le 5 terre e Rimini, le prime ( non me ne vogliano i liguri) hanno uno dei territori più spettacolari in Italia, un mare stupendo ma visitato da un certo tipo di utenza, spesso molto repeaters.

Nessuno di noi pensa di andare a soggiornare in Liguria per la simpatia dei suoi abitanti, anzi molto spesso sono considerati quasi dei taccagni, quindi braccine corte ed accoglienza non vanno certo d’accordo. Le 5 terre ospitano annualmente circa 3mln di presenze turistiche, non male come risultato dirai tu, ma se pensiamo che vengono battute da un solo comune come Lazise capiamo che potrebbero essere più performanti. Insomma la Liguria non è riconosciuta come la terra dell’accoglienza.

Qual è la terra dell’accoglienza per antonomasia? Lo sappiamo tutti, la Romagna. Food valley e mare sono i punti forte in assoluto. Il mare non è dei migliori, ma quasi loro non lo vendono, le strutture ed i paesi non sono assolutamente paragonabili a quelli della Liguria ma grazie alla loro fenomenale accoglienza riconosciuta in tutto il mondo, sono uno dei territori più visitati in Italia anche se in quei paesi ( Rimini, Riccione, Milano Marittima and co.) non vi è un monumento od un’attrattiva di valore mondiale che possa giustificare più giorni di vacanza, se non i locali ed il divertimento per ogni fascia d’età.

Loro, come altre location nel mondo, hanno puntato tutto sull’accoglienza e sui servizi, rendendo il territorio ricco e dipendente dal turista per il proprio sostentamento.

Dato della riviera romagnola? 30mln di notti dormite annue, semplicemente uno 0 in più delle 5 terre liguri. Ora tutti potranno dire che la Liguria ha spiagge più sottili, geograficamente meno adatta all’ergersi di grandi strutture, turismo più altospendente ecc ecc, tutto vero ci mancherebbe. Ma i numeri parlano da soli.

La popolazione che la abita è tutto in una destinazione, quando il turista vuole provare noi nuovi luoghi e ci raggiunge ma, appena prova a chiedere informazioni in qualsiasi attività commerciale viene trattato in modo non troppo educato, al ristorante non viene accolto come si deve perché tanto gli do 2 piatti a 15 euro e che si accontenti. La domenica io pasticceria sto chiusa perché è domenica anche per me, le ferie di Agosto tutti al mare e non c’è anima viva in paese, ovvio è più difficile che i primi turisti consiglino di visitare quel paese.

Quando l’inglese nelle attività commerciali lo parlano in 2 su 10 o quando entra un turista gli si risponde “ amico sei in Italia quindi vedi di imparare l’italiano o torna a casa tua” o appena si scorgono 2 turisti cinesi in paese con lo zaino, vengono indicati come fossero arrivati 2 marziani, concordiamo che tutto questo circo non aiuta a far turismo.

I primi turisti che vi giungono, che io chiamo “ turisti avventurieri” solitamente sono anche quelli che recensiscono, sono molto ascoltati, per capirci, sono i colonizzatori del 21esimo secolo che, con mappa alla mano, testano i sentieri inesplorati per i turisti organizzati di domani. Sono quelli più importanti, perché attireranno altri turisti; trattare male questi vuol dire uccidere la destinazione prima ancora di partire.

A noi è capitato di incontrarci con 2 amministrazioni comunali, bellissimo comune, super organizzato, uno di questi anche con una bellissima storia da raccontare, avendo 2 musei molto importanti al proprio interno e l’altro un santo molto famoso su cui costruire un progetto religioso.

L’amministrazione prontissima ad investire in turismo, comprendendone le potenzialità economiche di cui poteva giovare la cittadinanza.

Partiamo con il primo incontro, poi il secondo, iniziamo a trovare una quadra e costruiamo una bellissima strategia marketing per attirare turisti. Al terzo appuntamento intervistiamo gli esercenti. Eccoli lì; che ci aspettavano al varco.

“Io sto chiuso la domenica! Qui nessuno parla inglese! Turisti mai visti e mai li vedremo! Ah non ho intenzione di cambiare il mio modo di vivere, ad agosto io sono in ferie e ciaone a tutti!” Queste alcune delle risposte ricevute dalle attività del centro.

Dopo questa giornata abbiamo compreso che qui il turismo non si sarebbe mai raggiunto in breve tempo. Ci sarebbero voluti decenni per ottenere risultati significativi, che non avrebbero risposto all’investimento che il comune avrebbe dovuto spendere per la nostra consulenza.

Alla fine ci siamo stretti la mano ed abbiamo consigliato ai sindaci d’investire quei soldi spendendoli meglio in altro modo, perché con noi erano sprecati.

Come dicevo il residente è tutto, la faccia della destinazione è la percezione che il mondo ha della stessa. Tutti sappiamo che i parigini sono maleducatissimi, ma quanti di noi hanno avuto a che fare con abitanti di Parigi nella vita? L’America è la terra delle opportunità, ma chi ha mai creato azienda là per sapere che la frase è vera?

Il consiglio infatti che mi sento di dire e sul quale lavoro ogni qual volta entro in una nuova destinazione è in primis cercare di educare al turismo la destinazione.

Creare dei corsi gratuiti di formazione in cui trasmettere l’importanza del Marketing, dell’accoglienza emotiva e del sorriso per aiutare a comprendere come trattare il turista. Consiglio sempre all’amministrazione di promuovere l’iniziativa ed invitare la popolazione al fine di spiegare come accogliere al meglio l’ospite.

Gli abitanti sono il primo punto da cui partire per iniziare un’attività di destination.

Possiamo non avere, i musei più belli del mondo, le strade più pulite ed i panorami più spettacolari all’interno della nostra destinazione; ma quando visiti un luogo che non è casa tua ed ogni persona ti accoglie con un super sorriso ed un forte “buon giorno, felice di vederla!”

La vacanza ha già un ottimo aspetto comunque!!

 E come diceva un mio caro amico…

Sorridi alle persone ed accoglile come vorresti essere accolto da loro, tanto se vogliono fregarti lo faranno ugualmente. Vedrai che se sorriderai il mondo ti sorriderà, a sorridere succedono cose fantastiche, i sorrisi sono l’inizio per creare cose talmente importanti da poter cambiare il mondo. Sorridi ed otterrai molto più di quanto pensi di poter raggiungere nella tua vita!

Che Dio salvi il turismo

Gioiosi saluti

Giacomo